Un caso di violenza di genere nelle caserme dell’Esercito Italiano ha scosso l’opinione pubblica, mettendo in luce la mancanza di un codice rosso per i militari. Una donna dell’Esercito è stata vittima di maltrattamenti da parte di un superiore, che l’ha minacciata, presa per i capelli, e persino causato la rottura di un dente incisivo. Dopo aver subito per giorni questi abusi, la donna ha deciso di denunciare il suo aguzzino, ma il processo si è rivelato complicato a causa della mancanza di una specifica legge contro lo stalking militare.
Il Tribunale Militare di Napoli ha sentito numerosi testimoni, tra cui un psichiatra che ha evidenziato la relazione di tipo “sindrome di Stoccolma” instauratasi tra la vittima e l’aguzzino. Nonostante le prove e le testimonianze a favore della donna, il Tribunale ha assolto l’uomo, ritenendo che fosse la donna a perseguitare lui per gelosia. La sentenza è stata appello dal pubblico Ministero Militare, che ha evidenziato le gravi mancanze nella valutazione del caso da parte del Tribunale.
L’avvocato della donna si è detto ottimista riguardo alla riforma della sentenza, sottolineando l’importanza di introdurre un codice rosso militare per affrontare i casi di violenza di genere nelle caserme. La sentenza d’appello è attesa per domani, e nel frattempo si sta lavorando su un disegno di legge sulla violenza di genere nelle caserme. È urgente intervenire per garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti delle donne nell’ambiente militare.