La Polizia di Stato, insieme agli organi giudiziari e di Polizia di molti paesi europei, ha condotto un’importante operazione contro la pirateria audiovisiva su disposizione della Procura distrettuale di Catania. Si tratta della più vasta operazione mai condotta in Italia e a livello internazionale. Le perquisizioni e i sequestri sono stati eseguiti in quasi tutta Europa, coinvolgendo 102 persone in diverse regioni italiane e in altri paesi come Regno Unito, Olanda, Svezia, Svizzera, Romania, Croazia e Cina.
L’operazione, denominata “Taken Down”, ha permesso di smantellare una complessa infrastruttura informatica che serviva illegalmente oltre 22 milioni di utenti finali, sia nazionali che internazionali. Grazie al sequestro di oltre 2500 canali illegali e server, è stato interrotto un giro illegale di affari che fruttava oltre 250 milioni di euro al mese.
Le indagini, durate oltre due anni, hanno portato alla luce un’associazione a delinquere transnazionale che si occupava di streaming illegale di contenuti audiovisivi, accesso abusivo a sistemi informatici, frode informatica e riciclaggio. Sono stati individuati server in Romania e ad Hong Kong che diffondevano illegalmente il segnale audiovisivo in tutta Europa, mentre in Inghilterra e Olanda sono stati rintracciati amministratori di alto livello della struttura informatica investigata.
Durante le perquisizioni sono stati sequestrati criptovalute per oltre 1.650.000 euro e denaro contante per oltre 40 mila euro, ma si stima che il giro d’affari illegale frutti circa 3 miliardi di euro all’anno e provochi danni economici per oltre dieci miliardi di euro alle aziende che gestiscono Pay Tv.
Gli indagati avrebbero cercato di eludere le investigazioni utilizzando applicazioni di messaggistica crittografata, identità fittizie e documenti falsi. La Polizia Postale ha individuato numerosi canali e gruppi sui social media che pubblicizzavano la vendita di flussi illegali per la visione di contenuti audiovisivi.
Le città italiane coinvolte includono Catania, Napoli, Bari, Palermo, Milano, e molte altre, mentre gli indagati all’estero provengono da Regno Unito, Svizzera, Svezia, Olanda, Germania e i server sono posizionati in Olanda, Romania e Cina.