Il caso di Città della Scienza: l’assoluzione di Paolo Cammarota solleva dubbi sul delitto perfetto

Il mistero che avvolge la distruzione di Città della Scienza sembra essere destinato a rimanere irrisolto, almeno per il momento. Dopo undici anni dai fatti, ieri è stato emesso il verdetto che ha assolto Paolo Cammarota, l’ex vigilante che era di turno nella struttura museale di Coroglio al momento dell’incendio. Nonostante l’assoluzione dell’imputato, restano numerosi punti interrogativi sul caso.

Chi ha organizzato l’incendio doloso sembrava avere un piano ben studiato, che potrebbe essere legato all’indennizzo assicurativo che la struttura avrebbe ricevuto in caso di distruzione. Tuttavia, mancano ancora i mandanti dell’atto criminoso, gli esecutori materiali e i complici che potrebbero aver contribuito alla sua realizzazione.

Le versioni contrastanti presentate durante il processo, tra cui quella dell’avvocato difensore di Cammarota, mettono in luce la complessità del caso. Mentre gli inquirenti sostengono che il vigilante potesse avere un movente legato a questioni personali, la difesa sottolinea che non ci sono prove concrete a sostegno di questa ipotesi.

Inoltre, la questione dei fondi assicurativi e della solidarietà ricevuta per la ricostruzione della struttura rimane ancora oscura. Nonostante gli indennizzi ricevuti, la nuova Città della Scienza sembra avere ancora dei debiti da saldare, sollevando ulteriori interrogativi sul caso.

La sentenza di assoluzione di Paolo Cammarota potrebbe rappresentare solo un capitolo della storia di Coroglio, mentre la Procura continua a lavorare per far luce su questo intricato caso di cronaca.

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