La violenza contro le donne e le persone indifese si manifesta in molte forme, tra cui il cosiddetto “Revenge porn”, una pratica subdola che consiste nella diffusione di immagini private senza il consenso della persona coinvolta. A Napoli, le denunce di questo genere di reati sono in aumento e arrivano regolarmente in Procura, dove il procuratore aggiunto Raffaello Falcone coordina un pool di magistrati specializzati nella lotta alla violenza di genere.

L’uso dei social e delle piattaforme di messaggistica istantanea ha reso più facile per gli aggressori minacciare e ricattare le proprie vittime, anche senza conoscerle personalmente. Il caso di Tiziana Cantone, che si suicidò a causa della diffusione non autorizzata delle sue immagini private, è solo uno degli esempi di come il revenge porn possa distruggere la vita di una persona.

Secondo i dati recenti pubblicati da Il Mattino, nell’arco di meno di un anno sono state arrestate 432 persone per reati legati alla violenza sessuale, con una media di un arresto al giorno. Inoltre, ci sono stati 2230 denunciati in stato di libertà, con una media di sette denunce al giorno. Questi numeri rivelano che la violenza di genere coinvolge sempre più giovani, con aggressori che vanno dai 18 ai 23 anni.

Il procuratore Falcone sottolinea l’importanza della formazione e della prevenzione per contrastare questi comportamenti violenti, che spesso derivano da isolamento e mancanza di dialogo. Le forze dell’ordine lavorano costantemente per contrastare lo stalking e la violenza, attraverso l’ammonimento dei soggetti coinvolti e l’avvio di procedimenti giudiziari.

Il revenge porn è un reato che nasce dall’abuso dei cellulari e dei social media, dove immagini e conversazioni private vengono utilizzate per offendere o ricattare. È fondamentale sensibilizzare i giovani sull’importanza di un uso responsabile di internet e dei social, per evitare che situazioni simili possano ripetersi in futuro.

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