Un nuovo scandalo coinvolge il clan Fezza-De Vivo nel Comune di Pagani, dove l’Antimafia ha proposto un appello chiedendo il carcere per due indagati attualmente a piede libero. Si tratta di Pietro Sessa, assessore al commercio, e Vincenzo Tramontano, figlio di un ex funzionario del Comune. L’accusa riguarda presunti illeciti legati agli appalti e alle forniture, con particolare attenzione all’infiltrazione del clan nella gestione amministrativa. L’inchiesta ha portato a otto misure cautelari, poi parzialmente modificate dopo gli interrogatori.

In particolare, Sessa è accusato di falso ideologico in concorso con altre persone legate al clan, per aver favorito l’assegnazione di un incarico urgente alla società Pedema, gestita da esponenti del clan. L’accusa per Tramontano riguarda invece la frode nelle pubbliche forniture, insieme ad altri 4 indagati. Nel caso specifico, nel 2021, durante un’attività di sanificazione, è stata utilizzata una macchina modificata che ha alterato la composizione del liquido sanificante, sostituendolo con sostanze profumanti.

Nonostante le accuse mosse ai due indagati, il Giudice per le Indagini Preliminari ha rigettato le richieste di custodia cautelare, ritenendo che non ci siano prove sufficienti a incriminarli direttamente. Resta comunque un clima di tensione e sospetto attorno a queste vicende, che dimostrano ancora una volta la presenza di infiltrazioni criminali nelle istituzioni locali. La lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata rimane un obiettivo prioritario per le autorità competenti, che devono garantire la legalità e la trasparenza nella gestione della cosa pubblica.

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