Il lungo incubo giudiziario di Luigi Di Fuccia è finalmente giunto al termine dopo due anni. L’operaio di 67 anni è stato assolto dall’accusa di maltrattamenti nei confronti della moglie, Raffaella Maietta, una maestra di 55 anni che si è suicidata lanciandosi sotto un treno alla stazione di Marcianise il 5 maggio 2022.

Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso la sentenza di assoluzione, respingendo le accuse mosse nei confronti dell’uomo. Nonostante la richiesta del pubblico ministero di condannarlo a 2 anni di reclusione, la difesa è riuscita a dimostrare l’inconsistenza delle presunte violenze segnalate da alcuni familiari.

Di Fuccia, che non era mai stato denunciato prima di trovarsi coinvolto in questo processo a seguito della morte della moglie, è stato accusato di aver impedito alla donna di frequentare un corso di ballo in palestra, nonché di averla insultata e contestato per spese mediche. Tuttavia, secondo la difesa, non vi erano prove concrete di tali maltrattamenti.

Raffaella, descritta come una donna mite e pacata, si è tolta la vita in modo tragico e definitivo. Le telecamere di sorveglianza hanno immortalato il suo gesto disperato, confermando che si è trattato di un suicidio. Le sorelle della vittima hanno raccontato di presunte offese subite da parte di Di Fuccia, ma la verità dei fatti è rimasta avvolta nel mistero.

Nonostante il dolore per la perdita della moglie, Di Fuccia ha sempre sostenuto la sua innocenza e ha dichiarato pubblicamente che Raffaella non aveva mai dato segni di squilibrio. Ora, dopo l’assoluzione, l’operaio può finalmente cercare di rimettere insieme i pezzi della sua vita, cercando di superare il dolore e il trauma di questa terribile vicenda giudiziaria.

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