Un anno fa, il 2 dicembre 2023, Gennaro Giordano si tolse la vita nella sua abitazione a Napoli, lasciando dietro di sé molte domande senza risposta. Il giovane dipendente di un centro commerciale lasciò cinque lettere ai suoi familiari, rivelando di essere stato vittima di mobbing sul lavoro a causa della sua omosessualità. Nelle lettere, Gennaro indicò chi avesse avuto comportamenti scorretti nei suoi confronti, spingendolo a compiere il gesto estremo.

I genitori di Gennaro hanno presentato denuncia e la Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta sulla sua morte. Tuttavia, a un anno esatto dai fatti, non ci sono ancora sviluppi su questa vicenda dolorosa. La famiglia e gli amici di Gennaro continuano a chiedere giustizia e verità per il giovane che ha perso la vita troppo presto.

La storia di Gennaro Giordano è un tragico esempio di come il bullismo e la discriminazione possano avere conseguenze drammatiche sulla vita delle persone. È importante sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi e lavorare per creare ambienti di lavoro e di vita più inclusivi e rispettosi della diversità. Gennaro non dovrebbe essere stato costretto a vivere un’esperienza così dolorosa e non dovrebbe essere stato privato della sua vita per colpa dell’intolleranza degli altri.

La sua morte rimane una ferita aperta per la sua famiglia e per la comunità LGBTQ+, che continua a lottare per garantire che casi come quello di Gennaro non si ripetano mai più. È necessario fare di più per contrastare il bullismo e la discriminazione in ogni contesto, affinché nessun’altra persona debba affrontare la stessa tragedia. Gennaro Giordano non sarà dimenticato e la sua memoria continuerà a vivere attraverso la lotta per un mondo più giusto e solidale per tutti.

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