Si è conclusa con le prime condanne l’inchiesta sul traffico di droga e telefoni cellulari all’interno del carcere di Fuorni, mettendo in luce un sistema criminale che coinvolgeva attività illegali sia all’interno che all’esterno delle mura penitenziarie. Il Giudice per l’Udienza Preliminare (GUP) di Salerno ha emesso tre condanne, con pene comprese tra i 3 e i 6 anni di reclusione, a seguito del rito abbreviato scelto dagli imputati.

L’inchiesta ha coinvolto complessivamente 31 indagati e ha rivelato una fitta rete di traffico di stupefacenti, estorsioni e introduzione di dispositivi elettronici all’interno del penitenziario. Tra le accuse figurano anche la vendita di un’arma modificata, riciclaggio e autoriciclaggio dei proventi illeciti, utilizzati per l’acquisto di beni come un centro estetico e un’auto di lusso.

A capo dell’organizzazione criminale ci sarebbe un 43enne di Bellizzi, coadiuvato da una guardia penitenziaria di Battipaglia. L’inchiesta ha portato a 16 arresti eseguiti nel gennaio scorso, mentre altre persone coinvolte affronteranno il processo con rito ordinario. Secondo le indagini, l’organizzazione non si limitava al carcere: operava anche all’esterno, gestendo le piazze di spaccio in diversi comuni del salernitano, tra cui Bellizzi, Montecorvino Pugliano e Battipaglia.

Gli investigatori hanno documentato l’introduzione di ingenti quantitativi di droga per un valore superiore a 50.000 euro, pagati attraverso carte prepagate intestate a terzi. Questi ultimi prelevavano poi i contanti, reinserendoli nell’organizzazione per finanziare ulteriori attività illecite, tra cui l’acquisto di nuova droga. Il caso di Fuorni non è nuovo a episodi di questo tipo: già in passato la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) aveva condotto indagini su traffici illeciti simili all’interno dello stesso istituto penitenziario, confermando il coinvolgimento di organizzazioni criminali ben strutturate.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui