Napoli. Matrimoni, feste e eventi sono comuni in molte città, ma quando si tratta di celebrare queste occasioni in luoghi storici e monumentali, la questione diventa delicata. È quanto accaduto recentemente all’Archivio di Stato di Napoli, dove un matrimonio con 300 invitati ha suscitato polemiche e preoccupazioni per la conservazione del patrimonio artistico e architettonico.

I sindacati CGIL FP, CISL FP, CONFSAL UNSA e UILPA hanno denunciato i rischi per il patrimonio storico e artistico causati dall’organizzazione di un sontuoso matrimonio all’interno dei chiostri monumentali dell’Archivio di Stato. Gli invitati si sono ammassati nei due bracci del chiostro, mettendo a rischio il ciclo pittorico cinquecentesco presente nell’area. Inoltre, l’utilizzo di fumo artificiale, fumo di sigaretta e fuochi artificiali durante il taglio della torta ha compromesso ulteriormente la sicurezza del patrimonio.

I dipendenti dell’Archivio di Stato si sono trovati impreparati ad affrontare un evento di tali proporzioni e hanno fatto tutto il possibile per invitare ospiti e organizzatori a rispettare le regole. Tuttavia, la mancanza di informazioni adeguate e il mancato coinvolgimento del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione hanno contribuito a creare una situazione critica.

Il deputato Francesco Emilio Borrelli ha espresso preoccupazione per l’accaduto e ha chiesto alla direzione dell’Archivio di Stato di verificare se l’evento abbia ottenuto tutti i permessi necessari e se sia opportuno interrompere qualsiasi forma di evento mondano che possa mettere a rischio la sicurezza del patrimonio storico e artistico. Borrelli ha sottolineato l’importanza di preservare il patrimonio pubblico e storico del territorio, evitando manifestazioni smodate e fuori contesto che possano danneggiare i beni monumentali.

La vicenda dell’Archivio di Stato di Napoli riaccende il dibattito sull’uso improprio dei luoghi di interesse storico e mette in evidenza i rischi di una convivenza difficile tra esigenze moderne e tutela del patrimonio culturale. Sembra che la Soprintendenza abbia autorizzato l’evento senza valutare appieno le implicazioni per la conservazione del patrimonio, suscitando critiche e preoccupazioni tra coloro che si battono per la salvaguardia dei beni storici e artistici della città.

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