La tragedia di un bambino attaccato da due pitbull ha scosso l’opinione pubblica e sollevato importanti questioni giuridiche e sociali. In un commento legale con l’avvocato Simone Labonia, si è affrontato il tema della gestione degli animali pericolosi e delle responsabilità dei proprietari.
Secondo l’articolo 672 del Codice Penale italiano, chiunque non custodisca con diligenza animali potenzialmente dannosi è passibile di sanzioni penali. Questo reato non richiede dolo, ma una mera colpa generica come negligenza, imprudenza o imperizia. In caso di lesioni o morte causate dall’animale, si possono configurare reati più gravi come le lesioni colpose o l’omicidio colposo.
La giurisprudenza ha chiarito che non esiste una lista definitiva di razze pericolose, ma è compito del proprietario adottare tutte le precauzioni necessarie per evitare rischi, come l’uso di guinzagli o museruole in luoghi pubblici. A livello europeo, non esiste una normativa armonizzata per la gestione degli animali pericolosi, ma il principio di precauzione e la tutela della sicurezza pubblica sono centrali.
Oltre agli aspetti penali, il mancato controllo di animali pericolosi comporta anche responsabilità civili ai sensi dell’articolo 2052 del Codice Civile, che sancisce la responsabilità oggettiva del proprietario per i danni causati dall’animale. La normativa italiana e comunitaria convergono sull’importanza della prevenzione e dell’adozione di misure di sicurezza per evitare tragedie simili e proteggere la vita e l’incolumità delle persone.