Uccisa e bruciata, il compagno era all’inaugurazione di una panchina rossa prima del fermo

Nelle ultime ore, Kai Dausel è stato sottoposto a fermo per l’omicidio di Silvia Nowak, la sua compagna. Tuttavia, poche ore prima di questo tragico evento, Dausel aveva partecipato alla posa di una panchina rossa, simbolo del contrasto alla violenza sulle donne. Questa presenza non ha sorpreso, visto che il 63enne tedesco aveva sempre partecipato alle iniziative organizzate dalla comunità di Castellabate per ricordare Silvia.

Ieri mattina, Dausel, accompagnato dal suo avvocato, ha partecipato all’iniziativa organizzata dall’associazione “Insieme per Ogliastro” insieme alla comunità di Ogliastro Marina. Ha deposto alcune rose rosse sulla panchina e si è seduto accanto alla scritta ‘Non lasciare la panchina vuota. Siediti e pensa’. Durante la mattinata, ha anche rilasciato interviste ai giornalisti, esprimendo la sua volontà di conoscere la verità sulla morte della sua compagna.

Questa mattina, i carabinieri della compagnia di Agropoli hanno sottoposto a fermo il 63enne, accusandolo di omicidio aggravato e distruzione di cadavere. Secondo la Procura di Vallo della Lucania, Dausel avrebbe ucciso Silvia in un bosco vicino alla loro proprietà, colpendola ripetutamente con un oggetto contundente e tagliente, e distruggendo parzialmente il cadavere con il fuoco. Dopo l’omicidio, avrebbe simulato la scomparsa della donna, il cui cadavere è stato trovato tre giorni dopo.

Questa tragica vicenda ha scosso la comunità di Castellabate e ha sollevato molte domande su cosa possa aver portato a un gesto così terribile. La giustizia dovrà fare il suo corso per fare luce su questo oscuro evento e portare giustizia per Silvia Nowak.

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