Il processo di appello che vede alla sbarra quattro esponenti di punta della vecchia guardia del clan Moccia si è aperto con un importante colpo di scena a Napoli. Nicola Luongo, detto “’o killer”, accusato insieme ad Francesco Pezzella di essere responsabile dell’omicidio di Aniello Ambrosio, ha deciso a sorpresa di ammettere gli addebiti. Davanti ai giudici della corte di assise di appello, Luongo ha confessato il delitto chiedendo scusa ai parenti della vittima, ai giudici e al pubblico ministero. Gli altri imputati, Pezzella, Iazzetta e Favella, non hanno ancora reso dichiarazioni.

La prossima udienza è stata fissata per il 30 gennaio per la requisitoria del procuratore generale. Dopo di che inizieranno le discussioni del collegio difensivo, composto da vari avvocati. Si tratta di un processo che riguarda un omicidio avvenuto nel 2004 a Sant’Antimo, dove Immacolata Capone fu uccisa. Il clan Moccia avrebbe voluto punire la donna per il presunto coinvolgimento nell’omicidio del marito Giorgio Salierno e per impedire legami economici con altri clan.

Il processo coinvolge anche l’omicidio di Mario Pezzella nel 2005 a Cardito, dove è emerso il ruolo di Filippo Iazzetta come mandante. Aniello Ambrosio, anch’egli appartenente ai clan della zona, fu ritrovato carbonizzato nel 2014, con Pezzella come mandante e Luongo come esecutore materiale. Si tratta di un caso complesso che coinvolge varie figure di spicco della criminalità organizzata.

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