Napoli – Dopo tre anni di attesa, finalmente sono stati arrestati i tre pericolosi esponenti del potente clan Mazzarella. Uno di loro era già in carcere, mentre gli altri due sono stati catturati e portati dietro le sbarre. Il boss Gennaro Mazzarella, soprannominato “bomba a mano”, e l’incensurato di Ercolano, Gustavo Alek Noviello, sono stati accusati di estorsione nei confronti di commercianti e titolari di ditte di facchinaggio nel porto. Le indagini sono partite dopo l’aggressione subita da un titolare di un bar che si era rifiutato di pagare il pizzo imposto dal clan. Le minacce erano continue e brutali, mettendo le vittime in una condizione di solitudine e paura.
Le vittime hanno denunciato le richieste di pizzo, ma gli arresti sono arrivati solo ora, a distanza di tre anni dalla richiesta inoltrata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Il modus operandi del clan Mazzarella era basato su minacce e violenze per costringere le vittime a pagare il pizzo. Questa lunga attesa per la giustizia ha lasciato le vittime in una situazione di impotenza, costrette a convivere con i propri aguzzini. Con gli arresti di ieri si apre una nuova fase, ma resta la domanda su quanto sia stato doloroso il percorso per chi ha vissuto sotto la minaccia del clan Mazzarella.
Ora, mentre la giustizia cerca di fare il suo corso, le vittime sperano che questo sia solo l’inizio di una svolta nella lotta contro la criminalità organizzata.