Un’indagine in corso a Avellino ha portato alla luce una serie di affari pilotati dagli amministratori pubblici, in particolare dall’ex sindaco Gianluca Festa. L’inchiesta, denominata Dolce Vita, ha rivelato irregolarità riguardanti appalti e concorsi truccati nel comune. I pubblici ministeri responsabili dell’indagine hanno depositato ulteriori atti, ampliando così il numero degli indagati coinvolti. Si stanno valutando anche altre posizioni legate ad un appalto pubblico di circa duecentomila euro.

L’inchiesta si sta dilatando nel tempo, con interrogatori in sospeso in attesa delle notifiche agli interessati. I venticinque indagati hanno ancora la possibilità di presentare memorie o richiedere interrogatori per chiarire la propria posizione. Molte delle vicende emerse potrebbero portare a nuovi avvisi di garanzia e ulteriori indagini.

Altri concorsi pubblici indetti dal comune potrebbero essere coinvolti, con sospetti di condizionamento delle procedure. Diciotto indagati potrebbero essere accusati di reati come rivelazione del segreto d’ufficio e riciclaggio delle domande d’esame. Alcuni avrebbero favorito candidati tramite informazioni ottenute illegalmente dall’ex sindaco Festa.

La procura contesta a quattro indagati il reato di associazione per corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio e falso in atto pubblico. Festa è considerato il promotore di un’associazione criminale, con altri complici. Le intercettazioni ambientali e telefoniche dimostrano il ruolo centrale di Festa nelle attività illecite.

La difesa dell’ex sindaco ha contestato le intercettazioni e ha svolto indagini difensive per dimostrare l’innocenza del suo cliente. Le indagini hanno rivelato il ruolo predominante di Festa in tutte le attività indagate, anche in quelle per le quali non è stato chiamato a rispondere.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui