Nel cuore del centro storico di Napoli, precisamente in via Tribunali, si trova il locale “Dal Presidente”, dove si preparavano deliziose pizze e calzoni, ma si svolgeva anche un’attività illecita di riciclaggio di denaro sporco legato alla camorra. Il clan Contini, parte dell’Alleanza di Secondigliano, traeva vantaggio da questa attività criminale.

Recentemente, Massimiliano Di Caprio, un imprenditore che aveva acquisito il marchio storico della pizzeria, è stato arrestato con l’accusa di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio aggravato dal metodo mafioso. In totale sono stati effettuati cinque arresti, tra cui anche la moglie di Di Caprio e altri complici.

Le indagini condotte dal Gico e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza hanno portato alla luce un’estesa rete di riciclaggio camorristico. Le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, come Gennaro De Tommaso, hanno contribuito a mettere in luce il coinvolgimento della criminalità organizzata nella gestione del locale.

Le indagini hanno anche rivelato come i clan camorristici riescano ad infiltrarsi nell’economia legale, reinvestendo i proventi delle attività illecite. Il sequestro di beni per un valore di tre milioni e mezzo di euro ha messo in luce il modus operandi dei criminali, che utilizzavano società fittizie per nascondere le attività illecite.

Inoltre, è emerso che i clan camorristici usavano la violenza per acquisire nuove attività imprenditoriali, minacciando e talvolta aggredendo i proprietari. Massimiliano Di Caprio, ad esempio, avrebbe costretto il titolare di un’agenzia di viaggi a chiudere per poi rilevarla in proprio.

Le indagini proseguono e si spera che la giustizia faccia luce su questa oscura rete di riciclaggio camorristico che ha coinvolto anche personaggi delle forze dell’ordine e professionisti.

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