L’allarme lanciato dal garante campano a Poggioreale

Napoli. Sono passati due mesi dall’appello “Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti” con cui il presidente della Repubblica invitava la classe politica del nostro Paese ad adottare, con urgenza, misure immediate per allentare il clima di tensione che si respira nelle carceri italiane, causato dal sovraffollamento, dalla carenza di personale e dall’inefficienza dell’assistenza sanitaria intramurari.

Oggi, 18 maggio, la conferenza nazionale dei garanti territoriali ha organizzato mobilitazioni in tutta Italia per trattare il tema dell’indifferenza politica rispetto alle sofferenze dei detenuti e alle condizioni in cui vivono nelle carceri.

A Napoli, davanti al carcere di Poggioreale, si è tenuta la conferenza stampa organizzata dal garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, e dal garante comunale di Napoli, Don Tonino Palmese.

Il garante Ciambriello ha evidenziato alcune proposte: “L’approvazione urgente di misure deflattive del sovraffollamento, accesso a misure alternative per i detenuti, riordino del circuito della media sicurezza e l’importanza dell’affettività in carcere, aumentando telefonate e videochiamate e infine chiediamo più figure sociali di ascolto. Oggi voglio ricordare anche Teodorico, un detenuto 39enne, che ieri è morto nel carcere di Poggioreale. Voglio ricordare 83 morti in Italia, di cui 37 per suicidio e i quattro agenti che si sono suicidati dall’inizio dell’anno. In Campania, dal 2024, 5 suicidi e, con quello di ieri, 5 morti per altre cause, alcune da accertare”.

Il garante campano ha, inoltre, esposto alcuni dati preoccupanti sulla regione Campania. I detenuti, al 23 aprile 2024, risultano 7573 su 5645 posti. La regione è seconda per sovraffollamento, la prima è la Lombardia con 8944 reclusi su 5827 posti disponibili.

Don Tonino Palmese, garante comunale di Napoli, ha evidenziato i dati relativi al carcere di Poggioreale con 2067 detenuti e capienza di 1358 posti disponibili.

L’indice di sovraffollamento è del 152,21%. “Troppi detenuti tossicodipendenti e malati di mente a Poggioreale. Occorrono progetti di inclusione sociale, occorrono professionisti che curino malattie mentali, occorre un’equipe multidisciplinare”, così il garante Palmese.

Toccato anche il tema della pena residua con 2706 detenuti in tale condizione. I reclusi tossicodipendenti, dichiarati dal garante campano Samuele Ciambriello, al 31 dicembre 2023, erano 1024 nella regione.

Dati allarmanti anche per i minori detenuti, che sono aumentati in tutta Italia e in Campania dall’applicazione a novembre del decreto Caivano. A Nisida sono presenti 66 giovani ristretti e ad Airola 29. Minorenni e giovani adulti in carico agli Uffici di servizio sociale, fino al 15 aprile 2024: Italia 16303 e Napoli 964.

Un’ultima proposta operativa, rispondendo a un giornalista alla domanda su cosa fare subito per diminuire il sovraffollamento e per i detenuti malati di mente, il garante Ciambriello ha affermato:

“Il sovraffollamento si vince anche e immediatamente, con misure alternative al carcere, per coloro che, per esempio, nella nostra regione, devono scontare una pena residua di 2 anni, che sono 2706, e facendo uscire subito i 503 detenuti che devono scontare appena 8 mesi di carcere. C’è bisogno subito, a Poggioreale, per i malati di mente, che sono più di 200, di un’unità operativa semplice dipartimentale di salute mentale, un’equipe multidisciplinare con psichiatri, psicologi, educatori, infermieri, assistenti sociali, osa. Insomma, come c’è un Serd, area penale per tossicodipendenti, deve esistere anche un’area operativa semplice di dipartimento di salute mentale, cosa, tra l’altro, prevista da una delibera della Regione Campania”.

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