Nel 2023, i detenuti in carcere con 70 anni e più sono stati 1208, un dato preoccupante che evidenzia la presenza di anziani dietro le sbarre. La decisione di far tornare in carcere un ottantenne a Caserta ha suscitato molte polemiche, soprattutto considerando i problemi di sovraffollamento e di emergenza presenti nelle carceri italiane.

Il segretario generale del sindacato polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, ha definito questa scelta come una pura follia, sottolineando che gli anziani detenuti hanno particolari problemi di salute e necessitano di cure e assistenza adeguate. Infatti, l’80% degli over 70enni in carcere ha problemi di salute, ma spesso negli istituti manca personale sanitario e medici.

Le malattie più comuni tra i detenuti anziani sono quelle infettive, i disturbi psichiatrici, le malattie osteoarticolari, cardiovascolari, problemi metabolici e dermatologici. Inoltre, molti detenuti anziani assumono farmaci come sedativi, ipnotici e stabilizzanti dell’umore, nonostante solo una piccola percentuale abbia diagnosi psichiatriche gravi.

Di Giacomo sottolinea l’importanza che i magistrati considerino queste problematiche prima di decidere sulla detenzione degli anziani, in quanto vivono in condizioni di maggiore difficoltà rispetto agli altri detenuti. Questo mette ulteriormente sotto pressione il personale penitenziario, che spesso deve svolgere anche il ruolo di “badante” per gli anziani detenuti.

In conclusione, la situazione dei detenuti anziani in Italia è allarmante e richiede un’attenzione particolare da parte delle istituzioni e dei magistrati per garantire condizioni dignitose e adeguate di detenzione per questa fascia di detenuti.

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