La Corte d’appello di Salerno ha respinto la richiesta di sospensione presentata dal sindaco di Eboli, Mario Conte, riguardante l’esecuzione della sentenza di primo grado a favore del proprietario del palazzo Massaioli. Nicola Albano aveva vinto in primo grado e chiedeva la restituzione dell’immobile, ma per evitare lo sgombero immediato degli uffici era stata presentata una richiesta di sospensione.

Sette appartamenti, attualmente occupati da alcune associazioni, un bar e uffici del Piano di zona che si stanno trasferendo nella Casa del Pellegrino, torneranno alla famiglia della donatrice, la baronessa Rachele Massaioli. Nel 1993, la filantropa donò gli immobili al Comune di Eboli, riservandosi l’usufrutto e ponendo come condizione la creazione di un’opera di alto valore sociale entro due anni dal consolidamento del diritto di proprietà. Il progetto, che avrebbe dovuto portare il nome dell’ingegnere Edmondo Massaioli, fratello di Rachele, aveva chiare finalità: aiutare gli emarginati, sostenere gli anziani e recuperare giovani caduti nella dipendenza da droga, alcol e gioco d’azzardo.

Dopo più di trent’anni dalla donazione, il Comune non è mai riuscito a mantenere l’impegno preso con la donatrice. Il nipote, erede diretto della Massaioli, ha quindi deciso di chiedere l’intervento di un giudice dopo molte interlocuzioni con le amministrazioni passate. La sentenza di primavera ha confermato la restituzione dell’immobile all’erede, nonostante la richiesta di sospensiva presentata da Conte.

Ora il Comune dovrà pagare gli oneri legali dell’avvocato di Albano e sgomberare gli uffici, le associazioni e persino il bar all’interno dell’immobile entro la fine di giugno. Albano si dice dispiaciuto per lo spreco di denaro dei cittadini e critica l’incapacità del Comune di realizzare qualcosa in linea con le richieste della sua zia e con finalità sociali di rilievo per gli ebolitani. La causa è conclusa e ora si attende la restituzione dell’immobile per realizzare i sogni della donatrice.

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