Nicola Munaciello non era un affiliato formale del clan dei Casalesi, ma era un amico stretto della famiglia Schiavone. Era considerato un uomo di fiducia da Francesco Sandokan Schiavone, tanto che è diventato il padrino di suo figlio Nicola. Durante il processo sulle infiltrazioni del clan negli appalti delle Ferrovie dello Stato, Nicola Schiavone ha rivelato i legami che i fratelli Schiavone avevano con il clan camorristico.
Schiavone jr ha spiegato che il clan contava su diversi tipi di imprenditori per i loro affari illeciti. Ci sono imprenditori soci come i fratelli Schiavone, Domenico Pagano, Giuseppe Di Ronza e Alfonso Schiavone, che investivano i soldi del clan nei loro lavori. Poi c’erano quelli che prendevano gli appalti con l’appoggio del clan e versavano una percentuale degli introiti, come Dante Apicella, Claudio Schiavone e altri.
Il pentito ha anche raccontato come il clan riuscisse ad aggiudicarsi gli appalti pubblici manipolando le gare d’appalto e corrompendo funzionari. Un caso emblematico è stato l’aggiudicazione di un appalto da 7 milioni di euro per la ristrutturazione di Via Vaticale a Casal di Principe, ottenuto grazie alla complicità politica di Sebastiano Ferraro e Cipriano Cristiano.
Oltre ai fratelli Schiavone e Dante Apicella, sono finiti sotto processo diversi membri del clan, accusati di associazione di stampo mafioso, estorsione, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Il processo vedrà l’escussione dei residui collaboratori di giustizia nel mese di luglio, con un lungo elenco di avvocati impegnati nella difesa.
La testimonianza di Nicola Schiavone ha gettato luce sui loschi affari del clan dei Casalesi e sulle collusioni con imprenditori e politici locali. Un’altra pagina di criminalità organizzata che viene finalmente svelata grazie alla collaborazione dei pentiti.