Il Giglio del Mare, una pianta in via di estinzione che colonizza le spiagge e contribuisce alla formazione delle dune litoranee, sta diventando sempre più raro da trovare nei pressi della battigia. Questa specie, caratteristica degli habitat tutelati dalle direttive europee, necessita di progetti di salvaguardia per garantire la sua sopravvivenza.

Il professore Vincenzo Peretti della Federico II spiega che la prima azione per difendere questa pianta preziosa è quella più semplice: non raccoglierla. L’uso delle coste a scopi balneari ha causato la progressiva scomparsa dei suoi habitat prioritari, rendendo il Giglio del Mare sempre più raro. In alcune regioni d’Italia è considerata una specie protetta, con la raccolta e l’asportazione dei fiori e dei bulbi proibiti.

Anche sui litorali della Campania e in quello della provincia napoletana, come a Licola e sul litorale di Giugliano in Campania, il Giglio del Mare rappresenta un importante baluardo di ecosistema costiero-marino. Nonostante il degrado e l’abusivismo edilizio degli anni passati, che hanno devastato il litorale, questa pianta è un segnale di speranza per la ripresa della natura.

Il Pancratium maritimum, comunemente chiamato Giglio di Mare, non è un vero giglio ma una pianta perenne della famiglia delle Amaryllidaceae. Alta 20-50 cm, con foglie nastriformi di colore verde-grigio e fiori bianchi profumati, il Giglio del Mare è una specie preziosa che merita di essere protetta e preservata per le generazioni future.

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