“Capaldo mi disse: tu ti sei appena sposato, se non firmi perdi Filippo e o panaro”. Questa frase, pronunciata da Gerardo Capaldo, uno degli imputati dell’inchiesta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino e del Nucleo Ispettorato del Lavoro per le presunte estorsioni ai danni dei lavoratori delle coop, è stata confermata ieri da un ex operaio di una coop davanti ai giudici del Tribunale collegiale di Avellino.

L’inchiesta, coordinata dai pm Luigi Iglio e Cecilia De Angelis, è nata dalla denuncia presentata dall’Usb nel febbraio 2016 dopo alcuni mesi di vertenze portate avanti a colpi di manifestazioni e mobilitazioni al fianco dei 129 lavoratori delle cooperative reclutati in subappalto dalla “Capaldo Spa”. A novembre del 2018 c’è stato un sequestro di due milioni di euro.

Nove imputati e settantanove parti civili, gli ex operai delle coop, sono i numeri del processo partito nel febbraio del 2022. I due principali imputati sono l’ex amministratore della Capaldo Spa, Gerardo Capaldo e quello della Natana Doc, Giovanni Attanasio, difeso dagli avvocati Giovanni Chiarito e Vincenzo Ioele. I due imprenditori rispondono di estorsione perché avrebbero costretto i lavoratori a firmare dei verbali di conciliazione sindacale intascando in tal modo 1.940.082,85 euro, denaro che sarebbe dovuto spettare di diritto a questi lavoratori, nonché oggetto di sequestro.

L’ex operaio di una coop ha raccontato di aver firmato senza conoscerne il contenuto un verbale di conciliazione con la coop. In aula sono stati ascoltati anche un altro operaio e un consulente della Procura. Il testimone ha confermato la frase di Capaldo, ma la difesa dell’imprenditore atripaldese ha incalzato la tesi del teste svolto dall’avvocato Luigi Petrillo.

Lo stesso Capaldo ha anche chiesto un confronto (rigettato dal Tribunale) e ha poi rilasciato spontanee dichiarazioni al Collegio, smentendo di aver avuto un ruolo e intromissione nella vicenda delle conciliazioni estorte ai dipendenti delle coop e anzi che proprio agli stessi avrebbe rappresentato l’impossibilità di un’assunzione presso la sua azienda. Sarà ovviamente il Collegio a dover valutare quale delle due tesi sia quella giusta.

Il processo continua con l’ascolto di altri testimoni e la valutazione delle prove da parte del Tribunale collegiale di Avellino. Gli ex operai delle coop sono difesi oltre che dall’avvocato Nicola D’Archi, dagli avvocati Brigida Cesta, Giuliana Suppa, Savino, Silvia Calderoni, Dario Cierzo, Antonio Falconieri, Gerardo Santamaria, Federico Antoniello, Ennio Visconti, Angelo Guerriero e Vincenzo Giannattasio.

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