Un grave caso di inquinamento ambientale è emerso durante il processo per rifiuti tossici interrati sotto lo stadio di Casal di Principe, che avrebbe contaminato le falde acquifere e messo a rischio la salute della popolazione. Il funzionario Arpac ha dichiarato che la stratificazione dei materiali ha creato un avvallamento di 20 metri di spessore, confermando la presenza di rifiuti pericolosi come l’amianto, rifiuti di demolizione e fanghi di depurazione.

Il processo vede coinvolti i boss Francesco Schiavone, noto come “Cicciariello”, il cugino Walter, Nicola Pezzella e Luigi D’Ambrosio. Le indagini della Dda di Napoli nel 2014 hanno portato alla scoperta di 150mila metri cubi di rifiuti speciali pericolosi interrati, che hanno contaminato la falda acquifera con sostanze tossiche come tetracloroetilene, dicloropropano, zinco, piombo, nitriti e nitrati.

Il Comune di Casal di Principe si è costituito parte civile nel processo, rappresentato dagli avvocati Giovanni Zara e Simone Crisci. I difensori degli imputati sostengono la prescrizione dei reati, iniziati oltre 30 anni fa e protrattisi fino al 2013 con gli scavi e il rinvenimento di fusti nella zona.

Il prosieguo del processo è atteso per ottobre, quando sarà esaminata ulteriormente la testimonianza del funzionario Arpac. La lotta contro l’inquinamento ambientale e la tutela della salute pubblica sono temi di grande importanza, e è fondamentale che i responsabili vengano chiamati a rispondere per i danni causati alla comunità.

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