Le autorità hanno finalmente catturato Gaetano Tufo, il 53enne legato al clan Polverino, dopo sette mesi di latitanza tra Spagna, Varcaturo e infine Marano di Napoli. Le Fiamme Gialle lo ritengono il promotore di un’associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse. Tufo era coinvolto in un sodalizio criminale transnazionale che operava illegalmente nella raccolta delle scommesse online e nella collocazione di apparecchi da intrattenimento non conformi in esercizi commerciali della provincia di Napoli.

Durante la sua fuga, Tufo manteneva comunque i contatti con la sua famiglia. Il Tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere ha confermato i gravi indizi di colpevolezza nei suoi confronti e dei suoi complici, permettendo il sequestro dei beni – mobili e immobili – in Italia e all’estero, tra cui una villa di lusso con vista sul lago.

Un mandato di arresto europeo era stato emesso per Tufo e le ricerche hanno coinvolto strumenti di cooperazione internazionale di polizia. Grazie alle attività di perquisizione e pattugliamento dei finanzieri del Nucleo PEF di Napoli, con l’ausilio di droni e tecnologia avanzata, Tufo è stato trovato e arrestato nella casa della sua famiglia.

L’operazione è stata coordinata dal Colonnello Paolo Consiglio e dalle autorità competenti, dimostrando l’efficacia della collaborazione tra le forze dell’ordine italiane e internazionali nel contrastare la criminalità organizzata.

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