I cattivi odori avvertiti in città durante l’estate del 2023 e, periodicamente, anche quest’anno, non provengono dall’area industriale di Ponte Valentino. Le emissioni odorigene sono state rilevate nell’atmosfera, ma con ogni probabilità rimangono confinate nella zona industriale. Secondo il perito chimico Maurizio Galasso, incaricato dal Consorzio Asi di interpretare i dati raccolti, bisogna indagare sul fiume Calore che attraversa la zona Asi. Galasso ha analizzato i dati delle centraline installate dalla nuova governance del Consorzio Asi guidata da Domenico Vessichelli e ha individuato tre parametri maggiormente indiziati di emissioni odorigene: composti organici volatili totali, ammoniaca e acido solfidrico. Quest’ultimo, noto come “odore di uova marce”, è risultato essere percepibile all’interno dell’agglomerato in corrispondenza di punti critici come Bo Industries, il depuratore consortile e Sanav. Tuttavia, le concentrazioni degli inquinanti non sembrano superare i limiti dell’area industriale. Galasso ha escluso che gli odori diffusi lo scorso anno nel centro urbano possano essere legati alle attività dell’agglomerato industriale. Inoltre, ha evidenziato che le concentrazioni più elevate di acido solfidrico non provengono da Sanav come sospettato, ma da Bo Industries e dal depuratore consortile. Galasso ha annunciato ulteriori analisi sul fiume Calore per verificare se gli scarichi nel corso d’acqua possano essere la causa dei cattivi odori percepiti in città.