Nella giornata di oggi, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno hanno eseguito un’ordinanza che prevede misure cautelari nei confronti di sei indagati accusati di vari reati, tra cui turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. Sono stati sequestrati ben oltre 543.000 euro. Tra gli indagati ci sono il sindaco di Capaccio Paestum e Presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri, e altri cinque soggetti coinvolti in procedure di affidamento di lavori pubblici.

Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Eboli e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Salerno hanno riguardato alcune procedure di affidamento di lavori, in particolare quelle legate all’intervento di adeguamento e ampliamento dell’impianto di pubblica illuminazione comunale e ai lavori di adeguamento della pubblica illuminazione stradale del Comune. Le indagini hanno evidenziato delle collusioni e mezzi fraudolenti utilizzati per garantire l’aggiudicazione dei lavori alla DERVIT Spa.

Secondo la ricostruzione accusatoria, i sei indagati avrebbero manipolato le procedure di affidamento delle commesse pubbliche per favorire la DERVIT Spa. Sono emersi accordi preventivi, falsificazioni di atti e altre azioni illecite per garantire che l’azienda si aggiudicasse gli appalti. Sono stati individuati diversi profili di illegalità, tra cui l’utilizzo di una procedura di gara predeterminata e la violazione del principio di rotazione nell’affidamento delle commesse pubbliche.

Inoltre, per ottenere il finanziamento regionale, il Comune di Capaccio aveva fornito informazioni false sulla gestione dell’impianto di illuminazione, attribuendola a una società “in house” anziché a un’ATI. Al fine di garantire i pagamenti alla DERVIT Spa, sono state apportate delle varianti ai contratti, sempre con la collaborazione degli indagati.

Le indagini hanno portato al sequestro di somme di denaro e al coinvolgimento di diverse persone, tra cui il sindaco di Capaccio e diversi rappresentanti di aziende coinvolte nelle procedure di appalto. Ora spetta alla magistratura accertare la verità e decidere sulle misure cautelari da adottare nei confronti degli indagati.

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