Il giovane hacker siciliano Carmelo Miano ha ammesso di aver violato i server del ministero della Giustizia, ma ha negato di aver arrecato danni ai sistemi informatici presi di mira. L’indagato ha anche dichiarato di aver consultato le email di diversi magistrati tra Napoli, Roma, Gela e Brescia. Il suo avvocato ha chiesto che gli atti vengano trasmessi alla Procura di Perugia e ha lodato l’attività investigativa del pool di pm partenopei.

L’avvocato ha anche richiesto che la misura cautelare dell’arresto in carcere venga attenuata con gli arresti domiciliari. Riguardo al presunto danneggiamento del sistema informatico, il difensore ha fatto un paragone con il caso di un imputato accusato di truffa all’assicurazione, sottolineando che il sistema informatico era già disastrato di suo.

Quanto alla possibilità che il giovane hacker sia entrato in contatto con esponenti dei servizi segreti, l’avvocato ha dichiarato che il suo cliente è disposto a rispondere ai pm su ogni aspetto delle indagini. Carmelo Miano si è detto pronto a collaborare con gli inquirenti, dimostrando la sua disponibilità a fare luce su quanto accaduto.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui