Il Tribunale collegiale di Avellino ha emesso la sentenza per il processo riguardante l’imputato Clemente Caliendo, accusato di usura aggravata in concorso con il cognato Gerardo Marino e Paolo Pagnozzi. Dopo due ore e mezza di camera di consiglio, i giudici hanno condannato Caliendo a tre anni di reclusione, considerando le aggravanti contestate equivalenti alle attenuanti generiche. La recidiva specifica non è stata applicata, mentre Pagnozzi è stato assolto in sede di abbreviato.

Il processo è nato da un’inchiesta condotta dall’Antimafia di Napoli e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino sull’omicidio di Orazio De Paola a San Martino Valle Caudina. Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato il coinvolgimento di Caliendo e Marino in un caso di usura, in cui un imprenditore aveva versato una somma di denaro con interessi mensili del 10%. Caliendo avrebbe ricevuto il rateo dell’usura in almeno due occasioni, secondo l’accusa.

Durante il processo, la presunta vittima ha confermato le accuse contro Caliendo, ma non ha fornito certezze sulla sua consapevolezza dell’illegalità dell’operazione. Caliendo ha dichiarato di aver appreso della situazione solo dopo l’arresto del cognato. La difesa potrebbe proporre ricorso in Appello, considerando il ruolo di Caliendo nell’attività illecita, che sarà chiarito con il deposito delle motivazioni della sentenza.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui