Una svolta nel processo che complica la posizione dell’ex sindaco Gianluca Festa. Le intercettazioni raccolte dalla Procura di Avellino nell’inchiesta “Dolce Vita” sono state ritenute legittime e potranno essere utilizzate dagli inquirenti nel processo. La scarcerazione dell’ex sindaco, agli arresti domiciliari per 154 giorni, è avvenuta per il venir meno delle esigenze cautelari. A poco più di un mese dalla sentenza della Corte di Cassazione, le motivazioni pubblicate oggi confermano la correttezza delle procedure seguite nelle indagini da parte della Procura guidata da Domenico Airoma.

La difesa di Festa aveva sostenuto “il vizio di legittimità” sulla installazione di cimici, trojan e telecamere negli uffici del comune e nell’auto di Festa, oltre a contestare la trascrizione delle intercettazioni tra l’ex sindaco e l’architetto Fabio Guerriero, relative alle presunte dazioni di denaro ricevute da tre imprenditori in rapporto di lavoro con il comune. Nelle motivazioni, la Corte di Cassazione scagiona Festa dal reato di depistaggio e di aver indotto alcuni imprenditori a sponsorizzare la manifestazione Eurochocolate del febbraio dell’anno scorso.

La decisione della Corte rappresenta una svolta nel processo e complica la posizione dell’ex sindaco, che ora dovrà affrontare le accuse senza il supporto del “vizio di legittimità” invocato dalla sua difesa. Resta da vedere quale sarà l’esito finale del processo e se ci saranno ulteriori sviluppi in questa vicenda giudiziaria che ha tenuto banco per diverso tempo.

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