Gli appalti truccati a Caserta hanno scosso la cittadina campana, svelando un intricato intreccio di corruzione e abusi nel settore dei lavori pubblici. Le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno portato alla luce un presunto cartello tra imprenditori e dipendenti pubblici, finalizzato alla manipolazione degli appalti per favorire alcune ditte già predeterminate.

L’operazione, partita dall’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, ha portato all’esecuzione di nove provvedimenti cautelari nei Comuni di Caserta e San Nicola la Strada. Tra i nomi coinvolti spiccano quelli di Franco Biondi, dirigente comunale di Caserta, e di suo fratello Giulio, dirigente a San Nicola la Strada fino a un anno fa. In totale, sono ventitré gli indagati per reati che vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta.

La Procura, guidata da Pierpaolo Bruni, aveva chiesto misure cautelari che andavano dal carcere agli arresti domiciliari per tutti gli indagati. Tuttavia, il Giudice per le Indagini Preliminari ha deciso di applicare misure restrittive solo per 14 di essi, disposti anche interrogatori preventivi, secondo la nuova legge Nordio.

Questa vasta operazione contro la corruzione nei lavori pubblici dimostra l’impegno delle autorità nel contrastare fenomeni illeciti che danneggiano l’interesse pubblico e la trasparenza amministrativa. È un segnale forte che la magistratura invia alla cittadinanza, per garantire la legalità e la correttezza nelle procedure di appalto e di gestione delle risorse pubbliche.

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