Il lungo e tortuoso percorso per fare di Villa Tropeano uno spazio per studenti e ricercatori universitari

Il cammino per riportare alla vita Villa Tropeano è stato lungo e pieno di ostacoli. Questo antico edificio e il suo parco, che un tempo ospitavano uno dei più grandi istituti di medicina pedagogica del Mezzogiorno, sono stati abbandonati da oltre quarant’anni. Il fascino e la storia di questo bene pubblico a Ponticelli, nella zona orientale di Napoli, sono stati segnati dall’abbandono e dall’azione dei criminali che lo usano come una discarica a cielo aperto.

A maggio scorso, la Città Metropolitana di Napoli, proprietaria del complesso, aveva incaricato un’impresa di rimuovere e smaltire i cumuli di rifiuti abbandonati nel sito, che è attualmente sotto sequestro. All’interno della villa e nel suo giardino sono state trovate carcasse di veicoli, scarti edili, pneumatici, imballaggi di plastica e molto altro. Nonostante gli sforzi per ripulire l’area, durante i sopralluoghi effettuati a fine settembre sono emerse nuove criticità legate al ritrovamento di ulteriori rifiuti non catalogati.

La presenza di rifiuti pericolosi come vernici, fuochi d’artificio e materiale potenzialmente contenente amianto, ha reso necessaria una nuova fase di bonifica del sito. Questo ha portato alla cancellazione dell’atto con cui era stato affidato il servizio ai privati e ha rallentato il progetto di recupero e riqualificazione dell’intera struttura.

Villa Tropeano, fondata da Giuseppe Tropeano nel 1928, è stata la prima struttura sanitaria del suo genere nel Mezzogiorno d’Italia, accogliendo persone con gravi disturbi del sistema nervoso e altre patologie. Negli ultimi anni sono stati fatti diversi tentativi di riaprire e riqualificare l’edificio, ma solo ora sembra che ci sia una reale possibilità di restituire questo patrimonio alla comunità.

Grazie ai fondi disponibili dell’Agenzia per la coesione territoriale, l’Università degli Studi di Napoli Federico II potrebbe trasformare Villa Tropeano in un centro culturale e didattico, rendendo accessibile il parco circostante ai cittadini. Questo sarebbe un passo importante per preservare la storia e il valore di questo antico complesso, restituendolo alla sua funzione originaria di luogo di conoscenza e ricerca per le generazioni future.

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