Il caso che coinvolge Franco Biondi e Domenico Natale continua a far parlare di sé. Le accuse di corruzione e turbativa d’asta che gravano sul super dirigente del comune di Caserta sono state confermate dalla procura di Santa Maria Capua Vetere e dal gip. In particolare, Biondi è coinvolto in due casi di corruzione: uno legato al suo rapporto con Giulio Fappiano, noto espiantatore di cimici e microspie, e l’altro con l’imprenditore del settore del verde e della sanificazione, Domenico Natale.

Le indagini hanno rivelato che Natale aveva contattato direttamente Biondi per ottenere le chiavi di una villa di proprietà delle figlie di Biondi, situata a Itri. Nonostante Natale avesse dichiarato di aver ricevuto incarichi professionali da Antonio Pezone, imprenditore che aveva venduto la casa al padre di Biondi, le intercettazioni del giugno 2020 dimostrano il contrario. Natale aveva infatti chiamato Biondi per ottenere le chiavi della villa, affermando di non averle ricevute da Pezone.

La vicenda mette in luce la presunta falsità delle dichiarazioni di Natale e la complessità dei rapporti tra imprenditori e dirigenti pubblici. La verità emergerà solo attraverso un’indagine approfondita e imparziale, che possa fare luce su un intreccio di interessi e favoritismi. Resta da capire se Biondi abbia effettivamente mentito agli inquirenti, e quali saranno le conseguenze di questa vicenda sulla sua carriera e sulla reputazione del comune di Caserta.

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