Un presunto fedelissimo del boss di Fuorigrotta, Vitale Troncone, è stato condannato il mese scorso a poco più di quattro anni di reclusione per il suo coinvolgimento nel contrabbando di sigarette e nell’estorsione di tangenti. Tuttavia, il giudice ha concesso al presunto colpevole gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico in provincia di Caserta, su richiesta del suo difensore. Questo nuovo sviluppo ha sorpreso molti, ma fa parte delle dinamiche del sistema giudiziario italiano. Le indagini condotte dai carabinieri hanno portato a un blitz anticamorra contro il clan di via Costantino, che è stato già colpito da sequestri di beni e arresti precedenti. Le minacce e le pressioni esercitate dal clan Troncone sono state pesanti e hanno costretto le vittime a pagare il pizzo e ad acquistare merci illegali a prezzi maggiorati. Le condanne emesse nel primo grado di giudizio sono state severe, con alcuni membri della famiglia Troncone condannati a sei anni di reclusione. La lotta contro la criminalità organizzata continua, ma è importante che la giustizia venga fatta e che i colpevoli siano puniti.