Le dichiarazioni rilasciate dal sostituto procuratore Emilia Galante Sorrentino riguardo alla criminalità giovanile a Napoli stanno facendo discutere. Dopo l’ultimo omicidio di un ragazzo di 18 anni per mano del cugino, la pm ha espresso preoccupazione per la situazione in città. Secondo Sorrentino, la città è in guerra e occorre schierare l’esercito per proteggere i cittadini, soprattutto dopo le 24:00 quando le strade sono più pericolose. La presenza di telecamere ovunque è essenziale per garantire la sicurezza e tutelare i diritti fondamentali.

La magistrato ha evidenziato due situazioni parallele: da un lato c’è la camorra 2.0 che coinvolge anche i minorenni nell’attività criminale, dall’altro vi è un problema culturale legato alla mentalità camorristica che si diffonde tra i giovani. Questa mentalità li porta a sentirsi forti e a cercare il controllo del territorio, spesso risolvendo i conflitti in modo violento.

La diffusione delle armi tra i giovani è un grave problema, con pistole facilmente accessibili attraverso i social media o internet. Sorrentino ha sottolineato la necessità di misure forti per affrontare questa situazione, come blindare la città e implementare sistemi di sorveglianza elettronica. Tuttavia, ha anche sottolineato l’importanza di modelli educativi alternativi e di investire nella cultura, nelle scuole, nella formazione e nel lavoro per prevenire la diffusione della criminalità giovanile.

In conclusione, la situazione della criminalità giovanile a Napoli richiede un intervento urgente e coordinato da parte delle istituzioni e della società nel suo complesso. Solo con un approccio integrato e proattivo si potrà contrastare efficacemente questo fenomeno e garantire un futuro migliore per i giovani della città.

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