Napoli. Un’operazione congiunta dei carabinieri e della DDA partenopea ha portato alla luce una rete di narcotrafficanti che utilizzava tecnologie sofisticate per comunicare in modo sicuro. Utilizzavano un’app di messaggistica crittografata chiamata Matrix e nomi in codice di famosi calciatori per nascondere le loro identità. Ben 33 persone legate al clan Amato-Pagano sono state arrestate.

I criminali impiegavano telefoni Google con SIM olandesi e un sistema di crittografia avanzato per rendere ancora più difficile l’intercettazione. L’indagine ha rivelato collegamenti con altre organizzazioni criminali in Calabria, Puglia e Roma. Il denaro ricavato dal traffico di droga veniva riciclato con l’aiuto di due cittadini cinesi, che nascondevano ingenti somme di denaro in appositi vani ricavati all’interno di un’auto.

Grazie a sofisticate tecniche di intercettazione, gli investigatori sono riusciti a svelare i dettagli delle operazioni criminali e a documentare l’assistenza legale fornita agli arrestati. Sono stati individuati otto depositi utilizzati per nascondere droga e denaro, principalmente nelle zone di Mugnano di Napoli e Gricignano d’Aversa. L’operazione ha messo in luce un’organizzazione criminale altamente strutturata, capace di utilizzare tecnologie sofisticate e di creare una rete di collaborazioni a livello nazionale.

L’uso di nomi in codice e di sistemi di crittografia sottolinea la determinazione dei criminali a sfuggire alla giustizia. La collaborazione internazionale e l’utilizzo di tecnologie avanzate sono stati fondamentali per smantellare questa pericolosa rete di narcotrafficanti a Napoli.

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