Il gip del distretto di Montesarchio ha deciso di non accogliere la richiesta del pm Licia Fabrizi di applicare la sospensione dai pubblici uffici a sette infermieri, cinque medici e sei impiegati dell’Asl di Montesarchio, poiché ha escluso il pericolo di reiterazione del reato di truffa. Questo significa che Giuseppe Meoli, Michela De Simone, Clotilde Ciaramella, Lina Palumbo, Modestino Savoia, Antonio De Mizio, Angelina Frugiero, Carmine Camillo, Raffaele Vannetiello, Massimo Simone, Pietro Cioffi, Giacomo Mazzarella, Elio Marro, Giuseppe Valente, Caterina Mastropietro, Giovanni Petecca, Carla Landi e Lucia Rungi non subiranno alcuna misura cautelare.
La decisione del gip è stata presa dopo gli interrogatori preliminari degli indagati, durante i quali alcuni sanitari hanno precisato di essere solo convenzionati con l’Asl, mentre gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande. L’inchiesta era stata avviata dalla Procura di Avellino con i carabinieri di Solofra, che avevano messo nel mirino presunte false certificazioni di vaccinazioni contro il Covid rilasciate a Montesarchio.
Le indagini hanno fatto emergere circostanze che hanno fatto ipotizzare la corruzione per l’esercizio delle pubbliche funzioni ed il falso ideologico, rendendo indispensabile la trasmissione degli atti, per competenza, alla Procura di Benevento. Secondo gli inquirenti, i sanitari avrebbero messo a segno una presunta truffa timbrando l’entrata in ufficio e poi allontanandosi in auto, oppure delegando la timbratura del badge a colleghi che avrebbero così attestato la loro presenza.
Nonostante la mancanza di misure cautelari, l’indagine continua e gli inquirenti stanno registrando i colloqui per definire il filone relativo all’assenteismo e alla presunta truffa. In ogni caso, la decisione del gip dimostra che la giustizia italiana funziona e che le persone coinvolte nell’inchiesta avranno la possibilità di difendersi e dimostrare la loro innocenza.
