Napoli. Il sostituto procuratore generale di Napoli, Luigi Musto, ha presentato un ricorso contro la sentenza di assoluzione emessa dalla Corte di Appello di Napoli il 3 giugno 2024 nei confronti di Adolfo Greco, imprenditore stabiese di 74 anni, e esponenti dei clan D’Alessandro e Afeltra.

Il pm ha deciso di impugnare la sentenza di assoluzione per Greco e per Michele e Raffaele Carolei, del clan D’Alessandro, e Umberto Cuomo, referente del clan Afeltra di Pimonte-Gragnano, sostenendo che non sono stati valutati correttamente i fatti emersi durante il processo. Musto sostiene che Greco agisce in modo coerente e fedele agli interessi delle compagini mafiose, fungendo da anello di congiunzione tra i clan. Le prove, come intercettazioni e testimonianze, dimostrerebbero i legami di Greco con i due clan e la sua partecipazione alle richieste estorsive.

Il pm contesta anche la tesi difensiva di Greco, sostenendo che l’imprenditore non è intimidito dai Carolei e non si preoccupa delle conseguenze per le vittime delle estorsioni. Greco avrebbe agito nello stesso modo con il clan Afeltra di Pimonte-Gragnano, cercando risorse finanziarie per consentire all’impresa legata al clan di realizzare dei loculi presso il cimitero di Santa Maria la Carità.

La decisione della Corte d’Appello di assolvere Greco e gli altri imputati è stata criticata dal pm per mancanza di motivazione e argomentazioni chiare. Il ricorso presentato alla Corte di Cassazione mira a far ribaltare la decisione e a far emergere la verità sul coinvolgimento di Greco con i clan mafiosi.

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