Quattro persone legate al clan Fezza-De Vivo di Pagani sono state rilasciate dai domiciliari e tornate in libertà dopo che il Giudice del Tribunale di Salerno ha accolto le richieste dei rispettivi difensori. Le accuse riguardano condizionamento elettorale, falso ideologico, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e favoreggiamento personale, aggravate dall’agevolazione mafiosa.

Tra coloro che hanno lasciato i domiciliari ci sono Maurizio De Feo, Aniello Giordano, Giuseppe Serritiello e Pietro Buonocore, tutti coinvolti in un presunto sistema di corruzione legato alla concessione di appalti e servizi dal Comune di Pagani. Gli interessi economici del clan sembrano essere al centro dell’inchiesta, con l’ex assessore Alfonso Marrazzo indicato come figura chiave nel tentativo di ottenere vantaggi illegali.

Le indagini riguardano la gestione del cimitero, lo spazzamento delle strade e le sanificazioni, con presunte collusioni tra funzionari, dirigenti e membri del clan. Marrazzo, oltre a essere coinvolto in queste attività illecite, è accusato anche di tentativi di condizionamento delle elezioni, cercando di influenzare il voto a favore di candidati estranei alla coalizione vincente.

Complessivamente, sono 16 le persone coinvolte nell’inchiesta dell’Antimafia di Salerno, che continua a indagare sulle attività illegali legate al clan Fezza-De Vivo e alla gestione dei servizi pubblici a Pagani.

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