I genitori di Claudio Mandia, il ragazzo teenager che si è suicidato nella sua stanza alla EF Academy, una scuola dello stato di New York, sono un passo più vicini a portare in giudizio la scuola. La giudice Alexandra Murphy della Supreme Court della Contea di Westchester ha respinto la richiesta della EF Academy di spostare la causa in Svizzera e ha chiesto agli avvocati delle parti di apparire in una conferenza preliminare in data ancora da definirsi.

I genitori di Claudio si erano opposti al trasferimento della causa in Svizzera perché volevano avere giustizia nel Paese dove il loro figlio è morto, dove operano e risiedono le persone coinvolte e informate dei fatti, e dove la stessa scuola continua ad ospitare tanti giovani da tutto il mondo. La giudice ha accolto solo una delle richieste presentate dalla EF Academy, ritenendo che al caso non si possa applicare la legge contro i maltrattamenti nelle strutture sanitarie, ma ha respinto le altre obiezioni che il college aveva presentato contro la querela della famiglia Mandia.

I genitori di Claudio avevano fatto causa in novembre alla EF Academy accusando il direttore Vladimir Kuskovski, il dean Wayne Walton e le psicologhe Chelsea Lovece e Jenna Korn di comportamento inumano e gravissime negligenze. L’azione legale era mirata a puntare i riflettori sull’assenza di vigilanza sulle boarding school private nello Stato di New York da parte del suo Board of Education. L’avvocato dei Mandia, George Bochetto, aveva detto che l’obiettivo politico è di arrivare a «Claudiòs Law», una legge grazie alla quale nessun altro ragazzo faccia la fine di Claudio.

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