Quattro medici dell’ospedale Ruggi di Salerno saranno processati per omicidio colposo in concorso a seguito della morte di un feto nato senza vita alla 26ª settimana di gestazione. La decisione è stata presa dopo che il Gip ha ordinato l’imputazione coatta dei ginecologi coinvolti, chiedendo alla procura di formulare le accuse entro dieci giorni e procedere con la richiesta di rinvio a giudizio. Tutto è iniziato con la denuncia presentata il 24 agosto 2022 da una coppia di San Marzano sul Sarno, assistita dall’avvocato Angelo Longobardi. La coppia aveva richiesto un parto cesareo per evitare complicazioni legate a problemi riscontrati durante un precedente parto naturale, ma la procedura non è stata eseguita. Il neonato, che era in buone condizioni il giorno prima, è nato morto dopo un parto naturale. Nel frattempo, la madre ha avuto gravi complicazioni e è finita in terapia intensiva a causa di un’emorragia.
Una consulenza tecnica ha evidenziato che i quattro medici presenti nella notte tra il 24 e il 25 agosto 2022 non hanno rispettato le linee guida cliniche. Secondo il consulente, l’esecuzione di un cerchiaggio vaginale avrebbe aumentato le probabilità di sopravvivenza del feto del 71%, prolungando la crescita intrauterina di circa 33 giorni. Anche il ricorso al parto cesareo avrebbe aumentato le possibilità di sopravvivenza del 48,5%, rendendolo, secondo le linee guida, la scelta obbligata. Il giudice ha sottolineato che la mancata anamnesi della precedente gestazione e la decisione di procedere con un parto naturale, nonostante l’alto rischio per un feto prematuro, costituiscono elementi di colpa.
La posizione di un quinto medico, inizialmente indagato, è stata archiviata poiché ha dimostrato di essere impegnato in un altro intervento quella notte. La vicenda ha destato grande scalpore e ha sollevato dibattiti sulla responsabilità medica e il rispetto delle linee guida cliniche nell’ambito dell’assistenza alle donne in gravidanza. Soprattutto, ha messo in luce l’importanza di garantire la massima attenzione e cura a ogni fase della gestazione per evitare tragedie come quella vissuta da questa coppia.