L’altra Napoli: borghesi accusati di favoreggiamento
Napoli è una città porosa, dove le due facce della medaglia convivono e si intrecciano continuamente. Questo è il caso dell’inchiesta condotta dai pm Celeste Carrano, Urbano Mozzillo e della procuratrice Rosa Volpe, che ha portato all’arresto di 54 presunti trafficanti di droga dei Quartieri Spagnoli, ma anche all’accusa di favoreggiamento per alcuni esponenti della borghesia delle professioni.
Si tratta di professionisti e imprenditori, persone che hanno studiato nelle migliori scuole e università italiane e che hanno girato il mondo per lavoro, ma che hanno bisogno di rifornirsi di cocaina nel corso di una vita apparentemente impeccabile. Gli inquirenti hanno scoperto contatti tra queste due Napoli, tra chi spaccia droga e organizza stese o omicidi a difesa del proprio perimetro commerciale e chi, invece, si è formato nelle migliori scuole e università italiane.
La Procura di Napoli sta conducendo indagini patrimoniali per ricostruire eventuali forme di intestazioni fittizie e si punta ai prestanome. Si scava in particolare sulle tante attività sbocciate in questi anni, che hanno cambiato il volto di parte dei Quartieri spagnoli. Spritzerie, baretti, locali accesi nell’interminabile by night napoletano. È una parte della movida di Montecalvario che è finita sotto inchiesta, anche alla luce delle denunce firmate in questi anni da comitati nati a tutela della quiete pubblica.
Ma su cosa batte l’inchiesta? Si punta a non criminalizzare le attività economiche nate all’ombra della movida notturna, ma a verificare eventuali strategie patrimoniali per occultare e riciclare il denaro sporco di cocaina. Un modo per abbracciare in un solo fascicolo la Napoli della camorra e quella della borghesia: quella dei pusher, degli imprenditori e dei clienti borghesi che, dal loro punto di vista, non esitano a tacere dinanzi ai pm.