L’ex sindaco di Castel Volturno, Francesco Nuzzo, ha reso dichiarazioni nel processo sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi negli appalti affidati dal Comune castellano. Nuzzo ha ribadito più volte la sua estraneità con gli ambienti della criminalità organizzata e ha chiarito di non aver mai avuto contatti con il pentito Luigi Guida. Inoltre, ha affermato di non aver mai adottato atti in favore di Gaetano Vassallo, imputato nel processo, e di aver sempre fatto in modo che la camorra non si infiltrasse nel comune.

Nel processo, che riguarda vicende satellite collegate alla ‘vicenda madre’, sono coinvolti anche l’ex sindaco Antonio Scalzone, i membri delle rispettive giunte e dipendenti comunali, oltre che il comando della polizia municipale. Le accuse mosse dalla Dda di Napoli riguardano concorso esterno ad associazione a delinquere di stampo mafioso, concussione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e omissione in atti di ufficio.

L’inchiesta madre si disarticolava da tre vicende ben distinte: la realizzazione del Centro Commerciale Giolì, l’appoggio elettorale a Francesco Nuzzo dal clan dei Casalesi e le minacce ai rispettivi sindaci concorrenti (Nuzzo e Scalzone) dalle rispettive fazioni di Bidognetti e Zagaria/Schiavone per ‘piazzare’ il loro ‘favorito’. Le contestazioni mosse hanno avuto come filo conduttore l’illiceità degli atti amministrativi compiuti dalle vicendevoli amministrazioni comunali in special modo in merito alla realizzazione di opere o per conto del clan dei Casalesi o comunque in cambio di tangenti.

Il processo continua e si torna in aula a settembre per la ricognizione degli atti processuali. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Giuseppe Stellato, Ferdinando Letizia, Giovanni Cantelli, Enzo Di Vaio, Patrizia Sebastianelli, Claudio Sgambato, Romolo Vignola e Carmine Ippolito.

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