La Corte d’Appello dell’Aquila ha deciso il non luogo a procedere nei confronti degli imprenditori salernitani Gerardo Soglia, ex presidente, e suo fratello Francesco, ex vice presidente del Pescara Calcio, per prescrizione del reato. I due erano stati condannati in primo grado a due anni di reclusione per bancarotta preferenziale, ma l’avvocato Stefano Sassano aveva presentato un ricorso evidenziando la prescrizione del reato alla data della condanna. La sentenza è stata emessa venerdì scorso e ha accolto il ricorso dell’avvocato Sassano. Gerardo Soglia, ex deputato in quota Pdl, era stato coinvolto in fatti antecedenti al fallimento del Pescara Calcio nel 2008, assieme all’ex presidente Massimiliano Pincione e al fratello Francesco, ex amministratore delegato della stessa società. L’accusa sosteneva che i Soglia avessero dato vita a una triangolazione finanziaria con la banca Caripe, finalizzata a favorire l’istituto di credito nella cessione della società. Gerardo Soglia aveva poi deciso di vendere la società ad una cordata svizzera anonima per non mettere in discussione la propria ascesa politica nella zona e non “macchiare” la sua carriera politica. Pincione era stato accusato di avere distratto 190mila euro dalle casse societarie. La Pescara Calcio fu dichiarata fallita il 20 dicembre 2008 a causa di una situazione debitoria che superava i 15 milioni di euro.

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