A febbraio è stato dato il via al progetto di demolizione della casa-rifugio di via Mascagni a Casapesenna, che rappresentava un simbolo della camorra e della morte. Oggi, grazie all’impegno del sindaco Marcello De Rosa, quella che un tempo era una dimora di un boss mafioso è diventata un parco pubblico con panchine e murales. Non è rimasto nulla dell’edificio, che è stato completamente demolito. Il sindaco ha voluto trasmettere un messaggio forte, evidenziando che in quell’area è stato catturato uno dei boss più pericolosi d’Europa e che lo Stato ha vinto. Il parco della legalità verrà inaugurato a breve e saranno presenti importanti personalità, come il prefetto di Caserta, il ministro dell’Interno e il capo della polizia, oltre ai magistrati che hanno condannato il boss all’ergastolo. I lavori per la realizzazione del parco sono stati eseguiti in tempi molto brevi, dimostrando grande efficienza. Il costo per cancellare ogni traccia della presenza del boss è stato di 106mila euro, mentre il finanziamento per la creazione del parco è stato in parte coperto dal Comune di Casapesenna. I murales, realizzati dall’associazione Cittàlab, rappresentano un simbolo di rinascita e speranza per il territorio. Il sindaco è fiero di questo risultato e lo considera una vittoria personale contro la criminalità. Nonostante ciò, i fratelli del boss Zagaria sono ancora liberi di circolare nel paese, essendo stati scarcerati per fine pena o per motivi di salute. L’impero criminale costruito dal boss è crollato, ma la riutilizzazione dei beni confiscati ha subito un rallentamento. Grazie all’inchiesta de Il Mattino, le istituzioni locali e regionali si sono attivate per accelerare il processo. La villa-bunker è stata confiscata in parte per abusività e per un procedimento penale a carico dei titolari. La camorra dei Casalesi ha oscurato la vera storia di questo territorio, ma ora si potrà raccontare ai bambini una nuova storia, quella del parco sorto sulle macerie di un’archeologia mafiosa che non esiste più.

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