I carabinieri sono intervenuti nella sede operativa del 118 per avviare le indagini sull’accaduto, ma si attendono ancora i risultati dell’autopsia per dare una struttura alle indagini. Questo fatto è solo uno degli aspetti critici che denunciamo da anni e che l’arroganza dei dirigenti dell’Asl ripaga con denunce legali.
A Casaluce, il solo medico e gli infermieri delle due ambulanze che sono arrivate inutilmente a casa di Lucia De Gais, una donna di 38 anni e madre di due figli, sono ufficialmente indagati. Anche gli addetti della sala operativa di Caserta, che hanno inviato le ambulanze sul posto, sono coinvolti nell’indagine.
I carabinieri, su delega della Procura della Repubblica presso il tribunale di Aversa-Napoli Nord, hanno sequestrato la documentazione relativa all’intervento, recandosi direttamente nella struttura operativa del 118 di Caserta.
Tuttavia, gran parte dell’esito di questa indagine dipenderà dai risultati dell’autopsia, che è stata effettuata nei giorni scorsi presso l’Istituto di Medicina Legale di Giugliano, prima di restituire la salma di Lucia De Gais alla sua famiglia per poter organizzare i funerali svoltisi ieri, venerdì 11 agosto.
Oltre a riportare i fatti, ribadiamo una posizione che il nostro giornale ha da anni sulle gravi carenze del servizio di emergenza del 118 di Caserta: è assolutamente inaccettabile che vengano inviate ambulanze non medicalizzate, cioè senza medico a bordo, per le emergenze più gravi. Se questa è una mancanza di base, se l’Asl di Caserta non può fare gli investimenti necessari, sarebbe doveroso che i dirigenti Amedeo Blasotti (generale), Enzo Iodice (sanitario) e Giuseppe Tarantino (amministrativo), insieme al direttore dell’unità operativa complessa del 118 Roberto Mannella, si recassero a Napoli per chiedere al governatore Vincenzo De Luca di trovare le risorse per assumere 40 o 50 medici dell’emergenza a Caserta, anche pagando stipendi congrui, o di dotare il 118 di Caserta di almeno 8 o meglio ancora 10 ambulanze rianimative.
Purtroppo, i dirigenti della sanità casertana pensano solo ai loro interessi personali e a seguire le direttive dei politici al potere. Non pensano alle dimissioni, nonostante abbiano assunto quasi 200 persone raccomandate dai politici locali. Hanno riaperto le graduatorie per ben quattro volte in sei mesi, senza preoccuparsi dei rischi che i cittadini-pazienti corrono ogni giorno a causa di una sanità di basso livello. In queste notti estive in cui i casi emergenziali aumentano, abbiamo solo 3 medici a disposizione di un milione di cittadini che potenzialmente potrebbero aver bisogno di cure.
È davvero vergognoso e, se noi che siamo già anziani non possiamo andarcene da qui, consigliamo ai giovani di considerare come unica opzione possibile per il loro futuro l’urlo di dolore che Edoardo De Filippo lanciò a una Napoli e a un Sud pieni di problemi irrisolvibili: “jatevenne” (andatevene).