Il lungo cantiere del Parco della Marinella sembrava finalmente vicino alla fine: le ruspe in azione, gli operai al lavoro e le prime fondamenta delle future strutture già posate. Ma invece il traguardo si è allontanato: durante gli scavi è stato scoperto un nuovo “giacimento” di amianto sotto il piano di calpestio. Di conseguenza, i lavori sono stati interrotti nel rispetto delle norme di sicurezza e si è avviata la macchina burocratica per la rimozione sicura di quel materiale. Dopo aver livellato colline di rifiuti alti fino a cinque metri e rimosso tonnellate di spazzatura, a fine giugno sono iniziati gli interventi per la futura sistemazione del terreno, dove sorgeranno prati, alberi e sentieri del futuro Parco della Marinella.
Questa è un’operazione comune per chi esegue questo tipo di lavori: vengono scavate piccole trincee per capire lo stato del suolo su cui si dovrà lavorare successivamente per depositare il terreno fresco per piantare erba e piante. In termini burocratici, viene chiamato “piano di indagine del suolo dopo l’attività di rimozione dei rifiuti” ed è un modo per scoprire se sotto le montagne di spazzatura ci sia altro materiale pericoloso. Il 6 luglio, durante uno scavo di controllo, è emersa qualcosa di sospetto: a circa un metro di profondità sono stati scoperti rifiuti di ogni tipo, cumuli di stracci e resti di tubature che si sospetta possano contenere amianto. I lavori sono stati sospesi in attesa di indagini da parte di esperti. Quattro giorni dopo, il 10 luglio, è arrivata la conferma che si trattava proprio di amianto. Fortunatamente, un’attenta verifica dell’aria ha chiarito che non c’erano fibre disperse nell’aria e quindi non c’era pericolo per gli operai. Alla ditta che sta eseguendo i lavori è stato chiesto di continuare gli scavi in nuovi punti dell’area del futuro parco alla ricerca di possibili altri pericoli sotterranei. Nel frattempo, è stata avviata la procedura per coinvolgere la ASL al fine di stabilire il corretto percorso da seguire dopo il ritrovamento di questi rifiuti pericolosi. Nel frattempo, il Comune ha lanciato un bando interno per individuare un dipendente che possa occuparsi delle procedure necessarie. Se non ci saranno candidati interni, si cercherà un esperto esterno al Comune, ma ciò comporterebbe ulteriori ritardi.
In passato, nell’area del Parco della Marinella erano stati trovati cumuli di amianto, ma si trattava di materiale gettato direttamente sul terreno da abusivi. Nel 2008, c’è stato un caso misterioso: da un deposito comunale è stato rubato un container pieno di amianto e qualche giorno dopo è stato trovato un enorme cumulo di amianto mescolato a strisce di plastica con la scritta “pericolo”, identiche a quelle che circondavano il container rubato. Pochi giorni dopo il ritrovamento, accanto al cumulo di amianto è stato trovato il corpo di un ghanese ucciso a coltellate. Anche se sembrava evidente un collegamento tra i due episodi, nessuna indagine ha mai chiarito la verità su quella strana vicenda.
Solo dopo la rimozione del materiale pericoloso, i lavori nel Parco della Marinella potranno riprendere. Nell’area del cantiere sono già visibili i lavori per le strutture che sorgeranno all’interno del parco, come l’area ristoro a forma arrotondata, la zona del “teatro” dove è prevista una tensostruttura per proteggere dal sole d’estate e dal maltempo d’inverno, e i campetti da basket e volley vicino al mercato ittico. Sono proprio le opere edili che richiedono più tempo, ma il fatto che siano già iniziate fa sperare in una conclusione relativamente rapida del parco. Il sindaco Gaetano Manfredi sperava di concludere i lavori entro il 2023, ma non immaginava che qualcuno avesse scavato sotto il parco per nascondere i rifiuti. Ora i tempi subiranno un allungamento inevitabile, ma l’assessore al Verde Vincenzo Santagada invita a avere fiducia. La sua sensazione è che entro il primo semestre del 2024 il parco sarà completato e a disposizione dei napoletani, ma preferisce non fare promesse ufficiali fino alla conclusione delle ricerche di eventuali altri materiali sepolti. Santagada sottolinea che la tutela dei lavoratori è la priorità assoluta in questi casi e che è meglio attendere un mese in più piuttosto che mettere a rischio la sicurezza degli operai.