Il giorno successivo alla grande paura, dopo la scossa che ha fatto tremare nuovamente la terra dei Campi Flegrei con un’intensità di 3.9, che non si registrava da 39 anni, ritorna anche la riflessione sui piani di evacuazione e sulle vie di fuga. Nel 2015, il 7 ottobre, una scossa di magnitudo 2.5 ha messo in crisi il piano di fuga dalla zona alta di Pozzuoli, con migliaia di genitori spaventati che hanno intasato la zona di collegamento con Bagnoli e Agnano per prendere i propri figli a scuola. Allora si decise di rivedere e aggiornare il piano di evacuazione dalla zona rossa in caso di emergenza, ma dopo otto anni ci sono ancora cantieri aperti, gallerie chiuse, strade bloccate e auto in doppia fila. Un labirinto di pericoli e problemi, nonostante i Comuni di Pozzuoli, Quarto, Bacoli, Monte di Procida, Napoli e Giugliano abbiano aggiornato i piani di emergenza in caso di calamità naturale, in stretta collaborazione con la Regione e Acamir, l’agenzia regionale responsabile di mobilità, infrastrutture e reti.
Il “Piano rischio vulcanico Campi Flegrei”, che riguarda anche altre calamità naturali che richiederebbero l’evacuazione entro 72 ore dei 350.000 residenti dell’intera zona, prevede una serie di aree di incontro in cui radunare la popolazione da evacuare nelle regioni gemellate e l’elenco dei “Gate”: i cancelli di accesso alle strade a scorrimento veloce come tangenziali, autostrade e strade statali. E qui iniziano i paradossi e i problemi di una rete stradale come quella dei Campi Flegrei, che soffre di ritardi e difficoltà. A cominciare da Pozzuoli. Nonostante un importante investimento pubblico di 150 milioni di euro (tra fondi europei e fondi del Ministero delle Infrastrutture), dal aprile 2021 il super tunnel di 2 chilometri, progettato dall’ingegnere greco Georgios Kalamaras, che collega l’innesto della Tangenziale direttamente con il porto di Pozzuoli, è chiuso al traffico. Nonostante sia stato completato e l’impianto di illuminazione sia stato acceso. Un’arteria fondamentale per la via di fuga di migliaia di abitanti di Pozzuoli, in caso di calamità o aumento dell’attività sismica, dalla costa verso le autostrade e la Statale VII-Quater Domitiana. Nonostante la crisi bradisismica, gli sciame sismici e gli esercizi della Protezione Civile nazionale che si sono svolti nell’ottobre 2019 con EXE, l’area è ancora un cantiere. Reti metalliche rotte e cartelli di divieto di ingresso appena nascondono l’entrata della galleria. Tutto chiuso. Il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, ha chiesto più volte nell’ultimo anno al Ministero delle Infrastrutture e alla struttura commissariale regionale per il post-terremoto di aprirlo. “Abbiamo superato molti ostacoli burocratici e firmato una convenzione con Tangenziale di Napoli Spa e il Ministero e mi hanno assicurato che tra due mesi il tunnel aprirà”, dice Manzoni. Ma l’apertura imminente rischia di essere solo una mezza vittoria: secondo l’aggiornamento del piano di evacuazione, approvato dalla Regione con la delibera 187 del 19 aprile 2023, è necessario aggiornare con 3 nuovi “gate” di uscita il nodo Cuma-Arco Felice per i residenti di Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida e il nuovo collegamento di via Campana della Tangenziale, con nuove uscite senza caselli autostradali, sarà pronto solo tra un paio di anni. Per ora è solo possibile immaginarlo, guardando oltre le reti metalliche e i cartelli di chiusura. Ipotesi, guardando le mappe con le rappresentazioni grafiche dell’allegato 5 alla delibera regionale. E nell’attesa di avere questa nuova ampia uscita, che garantirà la fluidità di uscita di 600 automobili all’ora (come stabilito dal piano dei trasporti di Acamir), il presente è costituito da un’aiuola con alberi appassiti e avvolti da tubi, dove le auto in uscita e in entrata da Pozzuoli si incrociano pericolosamente e dove si è costretti a fare una curva a 180 gradi per entrare nella Tangenziale per chi proviene dalla zona del porto. Impossibile svoltare agevolmente, in questo pericoloso passaggio, per i mezzi di soccorso dei vigili del fuoco e della protezione civile in caso di pericolo. Troppo complicato uscire da Pozzuoli, attraverso questa porta, per raggiungere le autostrade. Senza parlare della modifica al percorso nella zona di Cuma per chi viene da Bacoli o Monte di Procida: l’esercitazione EXECampi Flegrei 2019 della protezione civile ha evidenziato problemi e criticità. Chi veniva da quella zona, praticamente, si sarebbe ritrovato pericolosamente bloccato in un passaggio stretto. Tra carreggiate ridotte e zone con auto spesso parcheggiate in doppia fila. Acamir ha modificato il piano quattro mesi fa: un’uscita sulla Domitiana dedicata ai residenti di Pozzuoli, una vicino all’uscita di Cuma per i residenti di Monte di Procida e una terza, vicino ad Arco Felice, per i residenti di Bacoli, ma tutti rischiano di rimanere bloccati all’entrata di via Campana. Troppo traffico su via Miliscola, via Campi Flegrei e via Scalandrone: un rischio che il Comune di Monte di Procida aveva evidenziato già 7 anni fa nel proprio piano comunale. Tutto è già stato scritto, ma le vie di fuga sono ancora un pericoloso labirinto.