La Reggia Quisisana di Castellammare di Stabia ha detto addio ai suoi amati ippocastani. Nonostante le proteste degli ambientalisti, gli alberi che costeggiavano il viale che conduceva alla storica dimora sono stati abbattuti e ridotti in pezzi. E con loro, come denuncia il presidente del Wwf Terre del Tirreno, Claudio d’Esposito, sono andati “distrutti oltre 2.500 anni di storia”.

La procedura seguita per la rimozione degli alberi è stata messa sotto accusa. “Una perizia discutibile è stata prodotta alla fine di agosto, quando i lavori erano già stati appaltati e avviati”, spiega il leader dell’associazione del panda. “Quegli alberi monumentali, se curati, sarebbero sopravvissuti altri 100 anni”.

Secondo d’Esposito, si tratta di “una vicenda che è iniziata male e finita peggio, con l’unico obiettivo di spendere 3 milioni di euro bypassando leggi, prescrizioni e regolamenti”. In pochissimi giorni sono stati rimossi 20 alberi e al momento ne restano in piedi solo 5. Il Wwf non ha avuto il tempo di produrre una controperizia.

“Lo scempio compiuto è senza precedenti”, conclude il presidente della sezione locale del Wwf, “ed è avvenuto in uno dei luoghi più vincolati, dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, di tutto il territorio di Castellammare di Stabia”. I vincoli non sono stati sufficienti per salvare gli ippocastani.

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