Il 3 luglio 2017 si è svolta la prima giornata di Dialoghi Globali presso il Museo Casa Rosada. Durante l’evento, si è discusso di temi legati alla cultura e alla società. Questa iniziativa ha lo scopo di promuovere il dialogo tra diverse comunità e favorire la comprensione reciproca.
Tuttavia, nel settembre del 2021, è stata resa nota una notizia che ha scosso l’opinione pubblica italiana. L’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, noto come Mimmo, è stato condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione per presunte irregolarità nella gestione dei progetti di accoglienza dei migranti nel Comune di Riace. Questa sentenza è stata emessa dal Tribunale di Locri.
Lucano è stato accusato di vari reati, tra cui l’associazione a delinquere finalizzata alla gestione illecita dei fondi destinati ai progetti Sprar e Cas. Inoltre, gli sono stati contestati anche la truffa aggravata, l’abuso d’ufficio, diversi falsi e un peculato.
Tuttavia, la Corte d’appello di Reggio Calabria ha recentemente stravolto la sentenza di primo grado, riducendo la pena a soli un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa. Questa decisione ha suscitato diverse riflessioni sulla macchina della giustizia e sull’eco mediatica di un procedimento giudiziario.
Il modello Riace, promosso da Lucano, rappresentava un esempio di accoglienza e integrazione degli immigrati in un contesto segnato dal disagio sociale. Questo modello ha generato speranza nelle comunità che si stavano spopolando, offrendo servizi sociali, asili e scuole.
Tuttavia, il messaggio politico derivante da questo modello poteva essere scomodo per una politica che preferisce forme repressive e di controllo dei confini. La giustizia e la responsabilità penale sono questioni diverse da scelte etiche o prese di posizioni politiche.
La sentenza di appello ha dimostrato come la polarizzazione del dibattito politico sull’accoglienza dei migranti possa influenzare le decisioni giudiziarie. È emerso che la sentenza di primo grado aveva anticipato la decisione di condanna senza ancora presentare elementi di prova.
È importante valutare criticamente i fatti e rispettare i principi del giusto processo e del contraddittorio tra le parti. La riqualificazione dei reati e la trasformazione di irregolarità amministrative in reati penali hanno portato a una narrazione distorta dei fatti.
La sentenza della Corte di Appello ha cancellato i reati sprovvisti di riscontro oggettivo e ha rideterminato la pena comminata, restituendo così la dignità all’ex sindaco Lucano. È necessario separare la valutazione politica o etica del suo operato dalla decisione giudiziaria.