Arrestato detenuto siciliano evaso, in fuga il secondo evaso

La squadra mobile di Catania ha arrestato il detenuto siciliano che era riuscito a evadere dall’Istituto penale per minorenni di Airola alcuni giorni fa. Al momento, però, il secondo detenuto, un giovane di 17 anni di origini napoletane, rimane ancora in fuga.

Il coordinatore regionale per il settore minorile della Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Federico Costigliola, commenta: “È un’ottima notizia: ora è importante concentrare gli sforzi interforze per catturare anche il secondo evaso”.

Il Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, Donato Capece, denuncia la situazione critica nella giustizia minorile e chiede un’attenta analisi di quanto sta accadendo negli istituti penitenziari per minori. Capece elenca una serie di luoghi in cui si sono verificati gravi eventi critici, sottolineando la preoccupante frequenza con cui si ripetono.

Capece si rivolge in particolare al Capo del Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità, Antonio Sangermano, invitandolo a incontrare il SAPPE per affrontare i temi che rientrano nella sua delega, come i detenuti, i malati psichiatrici, la riorganizzazione degli istituti e la sicurezza dei media. Inoltre, chiede l’applicazione immediata dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni per contenere soggetti violenti e pericolosi. Capece suggerisce di dotare la polizia penitenziaria del taser o di altri strumenti utili per difendersi dalla violenza dei delinquenti che non rispettano le regole e le persone che rappresentano lo Stato.

Il Sindacato della Polizia Penitenziaria non esclude la possibilità di clamorose forme di protesta da parte dei poliziotti, poiché ritiene che il tempo delle discussioni sia finito. Negli ultimi anni, il sindacato ha visitato tutti gli istituti di pena del Paese, per adulti e minori, ha ascoltato attentamente il personale e ha scritto ripetutamente alle varie Autorità competenti. Tuttavia, si rende conto che coloro che hanno il potere di intervenire non hanno ancora preso le iniziative richieste e attese dal sindacato.

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