È iniziato giovedì il caos nel vicolo Pietro Mascagni, dove gli operai hanno iniziato a lavorare per delimitare le aree del cantiere per conto della società di telecomunicazioni Iliad. Ieri mattina, su richiesta dei residenti, sono intervenuti agenti della Polizia di Stato e della Polizia municipale per interrompere le attività avviate dalla “Sirti Telco Spa”. Quest’ultima, su mandato di Iliad, aveva presentato il 14 aprile scorso la Scia per installare un nuovo impianto di tipo “raw land”, con un sito a terra: fondamenta di cemento già gettate in via Mascagni, su cui installare un alto traliccio con i ripetitori di segnale in cima. Già giovedì pomeriggio i residenti si erano mostrati preoccupati.
L’area in cui dovrebbe sorgere la nuova antenna si trova nel cuore del parco Cerasole, circondata da parchi residenziali e condomini. Il vicesindaco Emiliano Casale parla di atteggiamento “esclusivo e autonomo” della società e ricorda come l’amministrazione abbia già respinto l’antenna di via La Pira vicino all’ospedale. “Anche in questo caso – dice Casale – la risposta del Comune è stata negativa perché avevamo chiesto una serie di documenti che non ci sono stati forniti. Questa forzatura nell’installazione non poteva che trovarci contrari e siamo subito intervenuti perché l’autorizzazione è un procedimento amministrativo da cui l’Ente non può essere escluso. Ora si farà un accertamento di tutta la documentazione e si valuteranno tutti gli aspetti che riguardano la questione”.
Anche i consiglieri comunali come Gianluca Iannucci sono stati richiamati dai residenti. Ieri mattina, poco dopo l’arrivo della gru che avrebbe dovuto innalzare il traliccio, sono arrivati poliziotti e vigili che hanno fermato i lavori. La sospensione è stata firmata dal dirigente Luigi Vitelli, su richiesta del sindaco Carlo Marino, per prendere tempo e valutare la situazione. “Già giovedì pomeriggio avevo ricevuto la disponibilità dal dirigente e dal sindaco di sospendere i lavori per capire meglio cosa stesse succedendo”, racconta Iannucci, che si fa portavoce delle preoccupazioni dei residenti riguardo alle emissioni delle onde elettromagnetiche e ai loro effetti sulla salute. “È strano che si possa pensare di realizzare un impianto in un quartiere residenziale così densamente popolato come il parco Cerasola. Le antenne sono anche un problema di salute, come dimostrato dal dibattito in corso a livello europeo. In Francia è stato addirittura vietato costruire infrastrutture 5G nelle aree urbane, e sarebbe opportuno approfondire la questione prima di prendere decisioni definitive e impattanti”.
Le antenne per le telecomunicazioni rimangono un problema spinoso anche in presenza di una legislazione nazionale non definita. Anche i limiti delle emissioni delle onde elettromagnetiche sono solo valori consigliati e non è obbligatorio rispettarli, come sottolinea Gianfranco Tozza, presidente provinciale di Legambiente: “Molti comitati da anni combattono contro le antenne e spesso vengono sconfitti in tribunale. In questi casi, l’unica cosa che può fare la differenza è la sensibilità dei Comuni”. L’amministrazione potrebbe richiedere preventivamente una mappatura delle onde elettromagnetiche nell’area in cui si richiede l’installazione di questi impianti e valutare l’inquinamento elettromagnetico presente. “Sarebbe un modo per verificare sin da subito il rispetto dei limiti di legge – continua Tozza – e chiedere, nell’autorizzazione concessa, un monitoraggio successivo del campo elettromagnetico, limitato nel tempo, come prova della mappatura”. I Comuni si stanno dotando di questa mappatura negli ultimi anni con il piano delle emissioni, che accompagna la fase di redazione e approvazione del piano urbanistico. “Al momento non risulta depositato alcun piano per le emissioni”, afferma il consigliere di minoranza Pasquale Napoletano, “e anche le tracce del Puc si sono perse. Ancora una volta, come è successo in via La Pira, gli uffici mostrano evidenti criticità organizzative con permessi a cui non si risponde, con conseguenze imprevedibili per i cittadini di Caserta. Continueremo a vigilare su queste anomalie sempre più frequenti”.